Paure, catastrofi, Mass-media


Occupandomi da decenni di Protezione civile e Disaster Management  (a proposito, c’è un mio sito su questo) mi sono spesso imbattuto sul problema panico. E, in particolare quello provocato ad arte dai mezzi di informazione.

“Non fatevi prendere dal panico!” In realtà, questo ordine, per chi lo subisce, significa che qualche motivo per farsi prendere dal panico c’è. Non a caso è stato cucinato in tutte le salse per rifilare le peggiori bufale. Dalla “mucca pazza” (psicosi fatta dilagare nel 2000 per imporre in Europa il mais geneticamente modificat) alla ’“influenza suina A/H1N1” del 2009 (16 milioni di euro di vaccini pagati alla Novartis) alla SARS del 2003 (una campagna commerciale contro la Cina) al cetriolo killer” del 2011, alla evergreen “minaccia Ebola”, all’allarme meningite”

 Quindi, solo business dietro i periodici allarmismi?

C’è dell’altro. E, invece di spararvi le soporifere considerazioni di qualche, pur bravo, sociologo, preferisco le lapidarie parole del famigerato David Icke “È lo schema: problema, reazione, soluzione. Inventano o ingigantiscono un problema chiedendo “collaborazione” alla popolazione. <<Usate il preservativo! Non mangiate questo o quello! Controllate subito sintomi sospetti! Non fatevi prendere dal panico!… >> Tutto per creare un asservimento psicologico e quindi politico. Così la gente da’ carta bianca a scienziati, governanti, militari, forze dell’ordine… e finisce per accettare con gratitudine misure che il Potere aveva pianificato da tempo per tutti altri scopi.”

E così continuano a rifilarci cucchiaiate di paura. E li ringrazieremo quando, conclusa l’“emergenza”, saremo ancora vivi. Certo, come strategia di controllo sociale non è un granché. Ma in tempi come questi, nei quali si direbbe cancellarsi il domani, può bastare.

Poi tra gli allarmismi c’è quello che supporta l’eterno e farlocco “aggiornamento” del Piano Vesuvio – Campi Flegrei


 Intanto, quattro miei videoclip. Due riprendono, mie conferenze sulla gestione del panico, le altre sulla paura usata per imporre le vaccinazioni.

 


Poi, tra i circa quaranta articoli scritti sul panico diffuso dai media, tre contributi:

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