Undici settembre per l’Ucraina

In tutta sincerità, credo che John Anthony Robles sia completamente pazzo. E che la fama che si è conquistata sul web dipenda non certo dall’affidabilità delle innumerevoli profezie (nessuna avveratesi) postate sul suo sito ma dai processi mentali che mette in moto. Prendiamo, ad esempio la faccenda della false flag annunciata per l’Ucraina: un inaspettato attacco – con un piccolo ordigno atomico ai 4000 soldati NATO (95 italiani) impegnati nell’esercitazione “Steadfast Javelin” – sferrato da “nazionalisti russi” per salvare gli insorti del Donbass e defenestrare il troppo accomodante Putin. Tutto sarebbe già pronto: la bomba, l’obbiettivo i “golpisti di Mosca”… Ma chi glielo ha detto a Robles? Gruppi della “resistenza libica”. La resistenza libica? Va beh, lasciamo perdere.

O no?

Guardate la data di questo articolo. Se il giorno prima vi avessero detto che qualcuno nel governo USA stava per ammazzare migliaia di americani pur di perpetuare quel complesso militare- finanziario, che, con il crollo del muro di Berlino, rischiava di scomparire, ci avreste creduto?

E se oggi cominciate a crederci, veramente pensate che Obama e alleati (già pronti a bombardare la Siria) non attaccheranno la Russia? Che la NATO, dopo la proclamazione della tregua in Ucraina, possa permettersi di non trionfare, come sempre? Che la crisi che sta attanagliando il sistema capitalistico possa essere risolta senza una colossale guerra?

Una “colossale guerra”? Un’altra guerra mondiale? Naaaaa… si rivolterebbe tutta l’opinione pubblica. L’opinione pubblica? Ma li leggete i giornali? Ma vi rendete conto cosa sta facendo il “nostro” governo? O il “democratico” Obama? War is coming. È tutto pronto, manca solo un casus belli per fare precipitare il tutto.

Farneticazioni le mie? Al pari di quelle di John Anthony Robles? Speriamo di si. Altrimenti, al Giudizio Universale, che qualcuno mi ringrazi per avergli permesso di pentirsi in tempo dei suoi peccati.

 

Francesco Santoianni

 

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