Tormentone n. 2 contro Grillo “La marcia su Roma”

giorgio-napolitano2Bene ha fatto Grillo a non capitanare di persona la folla davanti Montecitorio, indignata per la rielezione di Napolitano e, soprattutto, per il voto del PD (che , verosimilmente si è aggrappato alla candidatura di Napolitano come il naufrago al primo legno che passa, per non affogare) perché, esauritasi la campagna mediatica “Ma perché Grillo non si allea con il PD?” ne è già partita un’altra, quella della “Marcia su Roma”, che, trincerandosi dietro il voto unanime del Parlamento, bolla come “eversore” chiunque ne contesti la legittimità.

Da questo punto di vista, mi sembra davvero debole la posizione di chi (oggi in un piccolo presidio organizzato dal M5S a Piazza Dante e a Piazza Plebiscito) urlava il nome di Rodotà, quasi fosse una sorta di Che Guevara; un politico con una concezione ideologica contrapposta a quella di Bersani. Intendiamoci, Rodotà, europeista convinto, è certamente una persona per bene, lontano anni luce dalle infamie di coloro che oggi dominano il PD. Ma perché mai il PD, dopo gli schiaffi ricevuti pubblicamente da Grillo, avrebbe dovuto votarlo? Per redimersi?

Da questo punto di vista, più che concentrarsi su Rodotà (tra l’altro scelto da non si sa ancora quanti votanti) meglio concentrarsi sulla nefasta operazione che ha portato a riconfermare Napolitano. Un personaggio che, sicuramente su direttive della BCE, ha messo da parte Berlusconi per nominare Monti (fresco di nomina di “Senatore a Vita” per fargli fare il “lavoro sporco” che né Bersani né Berlusconi avrebbero potuto fare in prima persona senza perdere consenso elettorale. E ora che il “lavoro sporco” ha già prodotto una macelleria sociale senza precedenti, ecco, sempre Napolitano che accetta un’altra presidenza. Ma, si badi bene, ad una precisa condizione. Che il futuro governo (a guida Amato o Letta) segua diligentemente le direttive definite dai 10 saggi da egli nominati. Sulle devastanti conseguenze di questo diktat c’è chi si è già brillantemente pronunciato.

Francesco Santoianni

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