Il cloro di Assad

Non troneggia di certo nel Mainstream questa bufala del cloro usato dall’esercito di Assad per gasare “ribelli” e inermi popolazioni. In Italia, solo qualche isolato e stanco articolo di RepubblicaCorriereUnità… che dopo la smentita praticamente “ufficiale” del gas di Assad a Ghouta cominciano ad andarci cauti. Non così “Il Foglio”, di Giuliano Ferrara, che ci va giù pesante pretendendo di dimostrare il “Cloro di Assad”  con un davvero incredibile reportage fotografico che ci assicura mostra “Kfar Zeita (…) una città fantasma bombardata in continuazione da ordigni con scritto sopra “CL2”. Dall’analisi delle immagini emerge un piano del regime studiato con cura. Le foto di Daniele Raineri. Per la prima volta, i dettagli ravvicinati delle bombe al cloro usate in Siria. Nelle immagini, lo scoop del Foglio ripreso anche sul giornale inglese Telegraph. Nelle altre foto, foto nei riquadri rossi, il colore giallo-verde della nube di cloro dopo l’esplosione di un ordigno a Kafr Zeita.”

Quali siano gli obiettivi del regime che  – seguendo un “piano studiato con cura”  – “bombarda in continuazione” con il cloro una “città fantasma” (e quindi, presumibilmente, deserta) Il Foglio non lo spiega. Rassegniamoci, quindi, ad analizzare le foto dello “scoop”.

Intanto rammarichiamoci che agli esordi della Prima Guerra Mondiale non esistesse la fotografia a colori. Non resta, quindi che affidarsi ai resoconti dal fronte di Ypres (dove fu diffuso tramite bombole  dapprima cloro, poi cloruro di carbonile, poi cloroetilsolfuro) che parlano di nubiintegralmente composte da sbuffi di color verde giallastro, che si avventano sugli sciagurati soldati. E in effetti nella foto 1 del reportage qualche piccolo sprazzo verde giallastro – alla stessa altezza di alcune nubi di colore bianco- c’è. Ma com’è (tralasciando la questione delle nubi di colore bianco) che il resto della nube dell’esplosione è grigio scuro? Si dirà: “ma certo, il cloro è due volte più pesante dell’aria e, quindi, è rimasto..” Ma allora, com’è che nella foto  2 questo sprazzo verde giallastro lo troviamo in quota? Non potrebbe essere che queste due foto non mostrano null’altro che gli effetti prodotti da una “normale” bomba di aereo che includono la combustione, di sostanze che sprigionano vapori giallo-verdi quali, ad esempio vernici alla nitrocellulosa o solfati usati in agricoltura?

Verosimilmente, deve esserselo chiesto anche il buon Rainieri che, nella foto 3 ci mostra quello che egli, evidentemente, ritiene i resti degli ordigni pieni di cloro usati nel bombardamento. Dallo strato di ruggine che (nelle foto 34 e 5 ma, curiosamente, non nella foto 7) riveste i rottami si direbbero caduti anni fa (tra l’altro, non nel centro abitato delle prime 1 e 2, ma in aperta campagna dove non si vede proprio chi potessero asfissiare). Per fortuna (foto 4) tra tanta ruggine si staglia inequivocabilmente sull’involucro della bomba la sigla  “Cl2” Cloro! E che volete di più? E’ lo scoop dell’anno!  Certo, ci sarebbe da chiedersi cosa ci faccia su una bomba il simboletto della R inserita in un cerchio (il Registered Trademark che, notoriamente, indica un prodotto a Marchio Registrato)… Ma non è il caso di fare troppo i pignoli. E una bomba al Cloro del perfido Assad! Che altro?! Come si può dubitare della attendibilità di questo reportage, visto che, come annuncia trionfalmente Il Foglio  è stato – anche se fraudolentemente – fatto proprio dall’autorevole giornale  inglese “The Telegraph” e dall’ancora più prestigioso Human Right Watch?

Ma lasciamo Il Foglio alle sue diatribe di copyright e alle sue soddisfazioni per porci una domanda. Chi mai userebbe oggi gas al cloro per un attacco chimico, quando, oggi, miscelando sostanze comunemente in commercio si riescono ad ottenere gas con effetti addirittura simili ai quelli garantiti dai gas nervini? Certo, spulciando negli archivi si trova pure qualcuno che si industria con il cloro (che, rispetto ad altre sostanze, velenose ha una letalità relativamente modesta) per i suoi attacchi terroristici. Ma si tratta, appunto, di piccole organizzazioni terroristiche, non certo di stati o di eserciti moderni. Perché mai l’aviazione siriana dovrebbe utilizzare ordigni così primitivi? A pensarci bene questa storia del cloro usato da Assad fa da contraltare ad un’altra bufala: quella dei “barili carichi di esplosivo e chiodi”, che andava per la maggiore qualche mese fa. Lo scopo è lo stesso: presentare Assad che pure ha spiazzato  l’Occidente consegnando tutto il suo arsenale di armi chimiche (micidiali gas nervini, altro che cloro!) come un terrorista che continua a costruire di nascosto artigianali – e per questo ancora più “efferati” agli occhi dell’opinione pubblica – ordigni.  Ma, come già detto, considerata la débacle dell’offensiva mediatica che, qualche mese fa, avrebbe dovuto giustificare i bombardamenti alla Siria, l’establishment (al di là di settori iperbellicisti rappresentati in Italia da “Il Foglio” di Giuliano Ferrara) comincia non solo ad andarci cauto nelle bufale ma, addirittura, ad additare i “ribelli” come autori di gesti efferati prima disinvoltamente attribuiti ad Assad.

È un segnale della fine dell’aggressione alla Siria? Della pace? Speriamo. Noi di Sibialiria, intanto, continuiamo a controinformare sulle bugie di guerra.

Francesco Santoianni

(questo articolo è stato già pubblicato su Sibialiria)

 

2 pensieri riguardo “Il cloro di Assad

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