Grillo. Cercando un altro Egitto

Grillo Egitto

Sulla “indeterminatezza” della politica estera dei Parlamentari Cinque Stelle, mi sono già espresso qui, per quanto riguarda il Libano (e l’Egitto), e qui ,per quanto riguarda Israele. Ora Beppe Grillo in un suo post prova a dire la sua a proposito della carneficina in atto in Egitto, denunciando un “colpo di stato dell’esercito”, che sarebbe avvenuto, con la defenestrazione del presidente Mohamed Morsi, nel silenzio della Comunità Europea e dell’ONU (che dovrebbe, invece, “processare”, sempre secondo Grillo, “chi ha ordinato la strage, come è avvenuto per la Serbia”).

Lasciamo perdere le illusioni del leader del Movimento 5 Stelle sul ruolo dell’ONU e/o del famigerato Tribunale Internazionale contro i Crimini di Guerra in Iugoslavia e cerchiamo – brevemente – di capire qualcosa su quello che sta succedendo in Egitto, una nazione (e questo pochi lo ricordano) strangolata dal Fondo Monetario Internazionale e, quindi, da una mostruosa crisi economica.

E proprio a seguito di questa crisi economica, il 2 luglio 2013, sono scesi in piazza 14 milioni di egiziani (sulla dinamica di questo movimento consiglio di leggere questo breve articolo). Ma, in assenza di una guida rivoluzionaria, il Movimento Tamarod (Ribellione) ha avuto facile gioco a indirizzare la protesta, esclusivamente, contro Morsi, erano già state raccolte 22 milioni di firme in tre mesi) contestandone, oltre che l’incapacità, anche la legittimità. E a buon dire, considerata l’inettitudine e la protervia dei suoi ministri, la sudditanza ai padroni americani e a Israele, il continuo ricorso alle privatizzazioni e i brogli che hanno caratterizzato la sua elezione.

Questa oceanica mobilitazione non già contro un sistema economico, ma, sostanzialmente contro quella che veniva identificata una “casta” di inetti farabutti, ha finito per trovare la gattopardesca adesione di ampi settori dell’oligarchia egiziana, delle Petromonarchie (che aizzavano la folla promettevano loro favolosi “investimenti” in Egitto dopo la caduta di Morsi), e dello stesso esercito, che, pure, aveva sempre sostenuto il governo. Sono stati loro, con le stragi di questi giorni  (e gli anonimi cecchini, per fare degenerale le manifestazioni, che ricordano gli esordi della guerra alla Siria) a fare abortire quella che rischiava di essere una rivoluzione, trasformandola in una “guerra di religione”

Ed è sbagliato, come fa Grillo, credere che tutto si risolva con “…nuove elezioni da indirsi al più presto” se prima non si identificano i perchè di questa tragedia e, sopratutto, i referenti egiziani con i quali il Movimento Cinque Stelle dovrebbe rapportarsi.

Chi?

Ad esempio, questi.

 

Francesco Santoianni

 

 

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